Sabato gli stati generali con associazioni, studenti e i segretari di Cgil, Cisl e Uil La Fedeli mette in campo 100 funzionari contro gli abusi
Sull’alternanza si va avanti. Nonostante le critiche di scuole e imprese e le proteste di piazza degli studenti, appoggiate anche dalla Cgil, nessun passo indietro, anzi. La ministra Valeria Fedeli spinge sull’acceleratore dell’attuazione della riforma prevista dalla Buona scuola di Matteo Renzi.
Sabato si terranno gli stati generali dell’alternanza scuola-lavoro con le rappresentanze degli studenti, i partner -Inail, Unioncamere, Anpal- le strutture ospitanti, tra gli altri Confindustria e Cna, e poi docenti, tutor, dirigenti. E i sindacati. Al tavolo del confronto sono stati chiamati anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. Perché se l’alternanza rappresenta una nuova modalità della didattica oltre che dell’orientamento, è anche vero che è la prima apertura sul mondo del lavoro, con tutte le responsabilità, i diritti, i doveri e i rischi che questo comporta.
La riforma della Buona scuola ha previsto che gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori facciano esperienze lavorative per un pacchetto di 200 ore nei licei e 400 negli istituti tecnici e professionali. Attività che vanno regolamentate tra scuola e imprese, ma anche enti pubblici e associazioni non profit, in base alle indicazioni nazionali. Non ultima la carta dei diritti e dei doveri degli studenti, che sarà formalmente presentata dalla Fedeli in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Le scuole lamentano la difficoltà a reperire strutture ospitanti coerenti con il percorso dello studente e con l’indirizzo della scuola stessa. Carenze che si vivono soprattutto nel Sud. Le imprese invece che devono essere sostenuti costi a volte incompatibili con i budget soprattutto delle piccole aziende. E gli studenti denunciano casi di abuso, in cui l’alternanza diventa l’ennesima forma di sfruttamento.
Per fare chiarezza, la Fedeli ha avviato la consultazione con l’obiettivo di un eventuale tagliando alla riforma. Mettendo in campo gli strumenti che consentano intanto il monitoraggio di quanto avviene sul territorio. Già dal 18 di dicembre sarà operativa la piattaforma dedicata all’alternanza. Attraverso la quale le scuole potranno geolocalizzare le strutture ospitanti interessate e interessanti rispetto al profilo dello studente. Dall’altro i ragazzi in alternanza potranno denunciare in una specifica sezione, azionando un tasto rosso, i casi di eventuali abusi. Una task force di 100 funzionari delle direzioni scolastiche regionali è stata formata per seguire le segnalazioni, ricostruire i casi, indagare se si tratti effettivamente di violazioni del protocollo oppure se si sia invece in presenza della diretta conseguenza di un accordo scuola-impresa non perfettamente coerente con gli obiettivi dell’alternanza. E apportare, anche attraverso l’invio di tutor che seguano gli istituti scolastici, le modifiche necessarie. Insomma, correttivi sul campo prima di immaginare modifiche normative alla riforma.
Oltre un milione di studenti coinvolti, dal prossimo anno scolastico l’aver eseguito le attività di alternanza almeno per i 3/4 dell’orario previsto sarà prerequisito per sostenere gli esami di maturità.
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