Un decreto per recuperare i ritardi dei concorsi riservati
DI MARCO NOBILIO E ALESSANDRA RICCIARDI
Una seconda tranche di assunzioni entro fine anno. Decorrenza giuridica 1° settembre 2018, economica dalla data di firma del contratto.
A prevederlo un decreto Miur che dovrebbe consentire di recuperare circa 10 mila assunzioni delle 32 mila andate perse quest’anno. Un beneficio che arriverebbe soprattutto al Nord dove sono stati coperti meno di quattro posti su died disponibili per le immissioni in ruolo. Ð provvedimento di recupero non è il solo allo studio dei piani alti di viale Trastevere per raddrizzare la barca delle mancate assunzioni di quest’anno: su oltre 57 mila cattedre autorizzate, se ne sono fatte 25 mila, 43,8%. Nella scuola secondaria, addirittura poco più di un terzo dei posti disponibili.
E dunque il 56,2% dei posti è senza candidati e andrebbe a precari, la maggior parte non abilitati. Non è la prima volta che avviene: anche lo scorso anno le assunzioni hanno coperto solo il 57,6% delle disponibilità, ma quest’anno è andata decisamente peggio. In molte province, le graduatorie a esaurimento sono senza candidati e l’amministrazione non è riuscita a compensare il numero delle assunzioni traendo gli aspiranti dalle graduatorie dei concorsi a causa dei ritardi delle commissioni nella pubblicazione delle graduatorie. E talvolta anche perché gli uffici non hanno fatto in tempo ad applicare quelle già pubblicate.
Per tamponare la situazione il ministro dell’istruzione ha intenzione di emanare un decreto per sollecitare le commissioni del concorso riservato Fit a terminare i lavori entro il 31 dicembre prossimo disponen do, contestualmente, l’accantonamento dei posti degli aventi titolo ad essere assunti a tempo indeterminato per enetto dello scorrimento delle graduatorie approvate dal 11° settembre al 31 dicembre. Questo permetterebbe tra l’altro di non perdere tutti i posti per i quali era scattata l’autorizzazione ad assumere dal ministero dell’Economia per l’anno scolastico 2018/2019.
Quanto ai dati in dettaglio, l’ordine di scuola dove la percentuale di assunzioni effettuate è più alta è la scuola dell’infanzia. Laddove le immissioni in ruolo hanno coperto 1’81,6% dei posti disponibili. Al Sud la percentuale sale al 94,1%, per poi scendere all’82,7% al centro e al 72,1% al Nord. Nella scuola primaria il dato nazionale è ancora più basso: 63,7 %. Fanalino di coda il Nord, dove la percentuale dei posti coperti è di appena il 55%, mentre al Centro è del 79,7% e al Sud è dell’88,1%.
Particolannente significativo il dato del sostegno: al Sud la copertura nell’infanzia è del 77,3% e del 79,5% nella primaria, mentre al Nord nell’infanzia è del 17,6% e nella primaria raggiunge appena il 6,9%. La forbice è meno evidente al Centro dove nell’infanzia la copertura è del 5,5%, ma nella primaria è del 43,4%. Va fatto rilevare, peraltro, che il laureati in scienze della formazione sono comunque abilitati anche per insegnare sul sostegno.
Per quanto riguarda, invece, la scuola secondaria, la percentuale degli immessi in ruolo nella secondaria di I grado è del 21,6% al Nord, del 18,9% al Centro e del 53,6% al Sud. Il dato delle immissioni in ruolo sul sostegno, sempre alle medie, raggiunge appena lo 0,2% al Nord, 1’1,6% al Centro e û 30,9% al Sud. Nella secondaria di II grado, invece, al Nord la percentuale è del 35,6%, al Centro del 18,9% e al Sud del 53,6%. Sul sostegno, sempre alle superiori, al Nord è del 6.8%, al Centro del 67,5% e al Sud del 63,4%. Complessivamente, in tutti gli ordini e gradi di scuola, sempre sul sostegno, al Nord è del 4,4%, al Centro del 26,3% e al Sud del 59,6%.
Dall’esame dei dati, dunque, emerge una grave carenza di docenti specializzati per insegnare agli alunni disabili. Ed è proprio su questo secondo fronte che si annuncia un nuovo intervento paracadute. Il governo, tramite il viceministro Lorenzo Fioramonti, durante un question time che si è tenuto la scorsa settimana alla camera dei deputati, ha fatto saper che «sono di prossima attivazione i percorsi di specializzazione sul sostegno per tutti i gradi di istruzione».
Inoltre, la maggiore concentrazione di aspiranti docenti al Sud è dovuta, da una parte alla presenza di una percentuale più consistente di precariato storico e, dall’altra parte, al fatto che molti docenti in servizio al Nord provengono dal Sud. E siccome il trasferimento interprovinciale dal Nord al Sud è molto difficile da ottenere, molti di loro hanno tentato anche la chance della partecipazione al concorso, così da aumentare la percentuale di probabilità di ricongiungersi alle proprie famiglie.
Il fenomeno della diaspora da Nord a Sud, peraltro, ha assunto proporzioni molto rilevanti anche e soprattutto per effetto del piano di assunzioni disposto dalla legge 107/2015, che ha costretto molti docenti del Sud ad andare a lavorare al Nord pur di ottenere l’immissione in ruolo. Per andare incontro alle legittime aspirazioni di questi docenti di fare ritorno a casa, il governo, sempre secondo quanto emerso nel question time della scorsa settimana, sta valutando diverse iniziative, anche a carattere normativo, per promuovere l’occupazione al Sud con l’obiettivo di istituire classi a tempo pieno con conseguente incremento di posti di organico di quelle regioni.
E il ministero dell’istruzione avrebbe anche presentato una richiesta al ministero dell’economia per consolidare in organico di diritto quei posti di sostegno attualmente presenti come posti in deroga. Tutte queste misure, nell’intenzione del governo, dovrebbero «ampliare in modo consistente, rispetto alla situazione attuale» ha detto ancora Fioramonti, «la possibilità di ottenere un rientro presso le regioni di residenza da parte di numerosi docenti».
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