Necessita modificare tempi e procedure del corso-concorso per il reclutamento di 2.424 dirigenti scolastici
Se non interverranno provvedimenti immediati per modificare tempi e procedure del corso-concorso per il reclutamento di 2.424 dirigenti scolastici, non potranno esservi, come sperato, assunzioni al 1° settembre 2019, con conseguente aumento di altre 400 reggenze (e altrettanti dirigenti scolastici a mezzo servizio tra reggenza e titolarità).
Quali sono state le cause per un iter concorsuale dai tempi infiniti, e quali possono essere le correzioni per porre rimedio ai passaggi critici che hanno causato tanto ritardo?
Secondo la legge 128/2013 che ha modificato la procedura del concorso a dirigente scolastico prevedendo dopo le tradizionali prove anche un congruo periodo di formazione e tirocinio, i concorsi dovevano essere banditi con cadenza annuale. Ma, forse per la complessità organizzativa dell’innovazione, il regolamento per bandire il primo concorso, secondo le nuove regole, veniva avviato in ritardo, come rilevato criticamente dal CSPI (ritardo di due anni rispetto alla tabella di marcia indicata nell’art. 17, comma 2, del testo della legge n.128/2013).
Prima causa, dunque, l’eccessivo ritardo della predisposizione del regolamento, la cui bozza veniva presentata al CSPI per un parere nel giugno del 2016. Acquisiti i pareri del CSPI e del Consiglio di Stato, il regolamento ritornava ai blocchi di partenza, in quanto la Funzione Pubblica rilevava la mancata puntuale indizione delle modalità di svolgimento del periodo di formazione tirocinio.
Secondo causa, quindi, l’errore dell’Amministrazione per l’incompletezza del testo di Regolamento che, dopo la necessaria integrazione, veniva ripresentato per i pareri di rito, l’anno dopo, tra il maggio e il giugno 2017.
Nel nuovo testo veniva inserita, inaspettatamente, la previsione di una batteria di quesiti per la prova preselettiva da cui trarre i 100 utili per la prova, anziché predisporre direttamente i 100 quesiti finali.
Terza causa, dunque, la previsione della batteria dei quesiti con tempi aggiuntivi per la loro predisposizione, tanto che la data della prova, già prevista per il 29 maggio 2018, è stata prorogata al 23 luglio con un conseguente ritardo di quasi due mesi, inclusivo del tempo (quasi un mese) che intercorre tra la pubblicazione dei quesiti e l’effettuazione della prova.
Se si fosse passati direttamente ai 100 quesiti (scelti in modo qualificato e garantito) si sarebbero risparmiati non meno due o tre mesi.
Quarta causa i tempi eccessivi per lo svolgimento dei periodi di formazione (due mesi che il Miur inizialmente aveva previsto in quattro mesi) e del tirocinio (quattro mesi): una durata complessiva di mezzo anno per questa fase. I due periodi potevano essere accorpati.
Quinta causala prova scritta di accertamento delle competenze acquisite nella fase di formazione e tirocinio, ipotizzata dal Consiglio di Stato che il Miur, non obbligato a tenerne conto, ha fatto propria nel Regolamento definitivo, con un conseguente effetto di ulteriore ritardo.
Senza quelle cause già nel settembre scorso forse ci sarebbero state le nomine dei vincitori, guadagnando due anni di tempo, rispetto alla data dei 1° settembre 2019 (se non andrà oltre)
Le cinque cause del ritardo possono costituire altrettanti elementi correttivi per i prossimi bandi.
Conviene al ministro Bussetti tener conto di questo consuntivo del concorso DS in atto e agire di conseguenza per i prossimi.
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