Nel contratto M5S-Lega quell’impegno iniziale della Buona Scuola è stato ripreso quasi alla lettera
La legge Buona Scuola renziana, nel dettare i principi di base per la definizione del decreto delegato sull’inclusione, aveva previsto, tra l’altro: “garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione”.
In sede di definizione del decreto legislativo (n. 66/2017) questa previsione di garanzia della continuità didattica a favore degli alunni con disabilità da attuare mediante la conferma dell’insegnante di sostegno per tutta la durata dell’ordine di scuola frequentato dal ragazzo, si era squagliata come neve al sole. Cosicché oggi, come avviene da sempre, i docenti di sostegno hanno soltanto l’obbligo di permanere in questo settore per un quinquennio, ma nel frattempo possono liberamente trasferirsi da una scuola ad un’altra, anche ogni anno, in barba alla continuità per l’alunno da loro seguito.
Nel contratto M5S-Lega quell’impegno iniziale della Buona Scuola è stato ripreso quasi alla lettera: “Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo”.
Riuscirà questo Governo a portare in porto l’impegno a favore della continuità didattica per gli alunni disabili annunciato e mancato dal precedente?
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