La proposta dei sindacati è di parlare di questo tema in sede di rinnovo del contratto scuola
“Non possiamo non essere d’accordo con la Ministra dell’Istruzione Università e Ricerca quando afferma che occorre allontanare dalla cattedra il docente che approfitta del proprio ruolo di educatore per stabilire con gli alunni rapporti eticamente e professionalmente inaccettabili e da punire severamente“. Così inizia un comunicato sottoscritto dai segretari generali dei tre sindacati scuola confederali Cgil Cisl e Uil e dall’autonomo Snals, che però osservano subito dopo che “Oggi esistono già le norme per procedere in questa direzione a partire dalla immediata sospensione dal servizio“.
Tali comportamenti sono da condannare in sé, prosegue il documento, ma “diventano ancor più gravi se legati a professioni
di cura o se avvengono nell’ambito di una speciale relazione quale è quella educativa che si instaura fra docenti e allievi“.
I sindacati, tuttavia, “ritengono necessario riaprire un confronto sull’opportunità di sedi alle quali affidare, in un ruolo di esplicita terzietà, una valutazione dei comportamenti dei docenti che assicuri la piena salvaguardia delle prerogative connesse all’esercizio della libertà di insegnamento costituzionalmente garantita“.
La proposta dei sindacati è di parlare di questo tema in sede di rinnovo del contratto scuola. Un confronto che non dovrebbe però “limitarsi alla sola individuazione delle sanzioni da correlare alle condotte antidoverose, ma anche tentare di individuare sedi deputate all’esame dei casi concreti e in grado, per la loro specifica competenza, di mantenere l’azione disciplinare entro un quadro di piena tutela della libertà di insegnamento espressa nella relazione didattica, presidio di rango costituzionale ma prima ancora elemento di garanzia per la corretta formazione e la crescita delle nuove generazioni“.
Quali potrebbero essere le citate “sedi deputate” non è chiaro. Il fatto che nel titolo del comunicato si parli di “ripristino” di organismi di tutela farebbe pensare a qualcosa che si richiami ai “consigli di disciplina” previsti dal soppresso CNPI, organismi nei quali i sindacati avevano un peso preponderante.
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