Per il ministro Bussetti “sarà un cammino sicuramente lungo, ma potrebbe essere un’opportunità”
Posizione di netta contrarietà da parte dei sindacati Flc CGIL, CISL Fsur e Federazione UIL scuola Rua che con un comunicato unitario a firma dei rispettivi segretari “si oppongono a ogni ipotesi di maggiori funzioni e poteri alle Regioni nelle materie che sono oggi regolate dal Contratto Collettivo Nazionale dell’Istruzione e Ricerca (mobilità, salario, organizzazione del lavoro) in contrasto col carattere unitario e nazionale del sistema di istruzione e del lavoro che vi si svolge, in quanto direttamente e strettamente funzionali all’esercizio generalizzato e diffuso del diritto all’istruzione in ogni ambito territoriale”.
Non è con l’attribuzione di maggiori poteri e funzioni alle Autonomie regionali che si possono colmare gli squilibri esistenti, scrivono i sindacati, riprendendo quasi alla lettera l’opinione di Luigi Gallo ma, al contrario, “assicurando l’intervento dello Stato attraverso la destinazione di risorse aggiuntive e misure speciali eventualmente necessarie”.
L’opposizione convergente del Movimento 5 Stelle e dei tre sindacati confederali (ma anche dell’autonomo Anief) alla ipotesi di regionalizzazione della gestione della scuola sembra renderla impercorribile nell’attuale quadro politico, ma in caso di rottura del ‘contratto’ e di elezioni anticipate la regionalizzazione, fortemente voluta dalla Lega, potrebbe costituire, insieme al finanziamento delle scuole paritarie tramite il ‘costo standard’, l’asse portante del programma di politica scolastica del centro-destra, mentre il rilancio della funzione strategica della scuola statale, e della sua inclusività, sarebbe il naturale punto di aggregazione di uno schieramento di centro-sinistra, aperto a un M5S post contrattuale (e forse post Di Maio), nel quale prevalessero, per esempio, posizioni come quella di Luigi Gallo e del presidente della Camera, Roberto Fico.
In questa aggregazione, in caso di scontro destra-sinistra, potrebbe giocare un ruolo importante il PD, che attraverso un articolo firmato da Mila Spicola, attuale referente education della Segreteria nazionale del partito, intervenuta nel dibattito seguito all’intervista di Bussetti, ha sostenuto che “La Scuola pubblica italiana secondo la Costituzione è nazionale e non può essere regionalizzata”.
Personale statale o regionale? Sono possibili anche soluzioni intermedie come quella di una dipendenza organica dallo Stato del personale dirigente, docente e A.T.A. della scuola, con stato giuridico e trattamento economico fissato dalla contrattazione nazionale di comparto e – sulla base di questa – dalla contrattazione integrativa. Ma al contempo Stato e Regioni potrebbero concordare, nel rispetto della rilevanza costituzionale dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, della specifica disciplina circa l’imputazione della spesa di personale, e sempre nel rispetto della contrattazione collettiva nazionale di comparto, che il personale passi alla dipendenza funzionale delle regioni. Queste ultime, nell’ambito delle dotazioni organiche assegnate, provvederebbero anche alla programmazione e alla distribuzione territoriale, in piena collaborazione con gli Enti locali nelle forme determinate dalle leggi regionali.
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