15 Settembre 2023
Dress code, in alcune scuole tornano le divise. Genitori furiosi: “Così i nostri figli non possono esprimere la loro personalità”
Dress code, in alcune scuole tornano le divise. Genitori furiosi: “Così i nostri figli non possono esprimere la loro personalità” 15 September 2023
Come ogni inizio di anno scolastico, momento in cui le temperature sono ancora alte, si parla ancora di dress code a scuola e decoro. Non sono mancate le solite polemiche relative al modo di vestire di alcuni alunni, con pantaloncini, top corti che lasciano scoperta la pancia e quant’altro.
In alcune scuole medie di Roma alcuni consigli di istituto hanno approvato l’introduzione di divise, polo, felpe e tute con il logo della scuola. Lo riporta La Repubblica. Alcuni genitori, però, non sono d’accordo; ecco i principali motivi: “L’uniforme non consente ai nostri figli di esprimere la propria personalità. In un periodo di forte crisi come questo spendere anche 150 euro per acquistare i capi per la divisa significa mettere in difficoltà le famiglie”.
Ecco invece le ragioni dei consigli d’istituto: “Per limitare le disuguaglianze e non far sentire a disagio chi non può permettersi i capi firmati che ora sono di tendenza anche tra i bambini e per evitare che si ostentino pezzi di corpo, rispettando così la sensibilità altrui”.
Ogni scuola ha regole proprie
A raccontarlo è Giovanni Cogliandro, dirigente dell’istituto comprensivo Mozart: “Si può indossare su base volontaria e visto che per noi il concetto di scuola-azienda è un abominio mettiamo a disposizione delle famiglie anche un vettoriale da poter stampare su una maglia propria”.
Sul sito dell’Ic Anzio 1 una circolare sul rammenta che “il regolamento deve essere rispettato da tutta la comunità scolastica”. Non è assolutamente “permesso”, quindi, “modificare le caratteristiche” dell’uniforme, che è composta da “t-shirt bianca o blu in cotone, maglia blu o bianca con maniche lunghe, girocollo, felpa blu con zip e cappuccio, pantalone blu, felpato o garzato in base alla stagione”. E va rispettata anche la “posizione del logo”.
All’Ic Tivoli 1 la divisa è stata introdotta quest’anno. I capi si possono acquistare solo da due ditte. “Così non si devono comprare tanti capi di tendenza che i bambini vogliono — dice una mamma — E poi si limitano episodi di bullismo. Ma i ragazzi delle medie risentono molto di questo regolamento: probabilmente vorrebbero poter esprimere la propria personalità”. Ma così si evita anche “che sia maschi che femmine vadano a scuola vestiti in maniera non adeguata”.
Le criticità
Cristina Costarelli, a capo dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, è molto critica sull’uniforme. “I grossisti dovrebbero essere selezionati da tutti attraverso regolare avviso pubblico. E alcuni studenti già è tanto che vengono a scuola. Se non vogliono indossare la divisa, che si fa?”, si chiede.
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