29 Ottobre 2019
Ecco il nuovo dl salvaprecari
Decreto pronto con modifiche per la G.U. Niente concorso per i Dsga privi di laurea. Prof delle paritarie ammessi ma ai soli fini abilitativi

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2 April 2019
di Marco Nobilio e Alessandra Ricciardi
Salvaprecari alla firma del capo dello stato. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dl sarà firmato al massimo oggi per essere poi pubblicato in G.U.. Nel testo due le novità: restano fuori dal concorso i Dsga privi del titolo della laurea e la selezione riservata per i precari triennalisti delle scuole statali sarà aperta anche ai docenti delle paritarie, ma ai soli fini dell’abilitazione.
Il consiglio dei ministri aveva approvato il decreto-legge che introduce misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti il 10 ottobre scorso. A rallentare l’iter di pubblicazione la mancata firma del dl da parte del presidente della repubblica, Sergio Mattarella. Secondo rumors parlamentari, il Quirinale avrebbe sollevato perplessità agli uffici di viale Trastevere circa la mancata previsione del riconoscimento del servizio prestato nelle scuole private paritarie ai fini della maturazione del requisito dei tre anni di insegnamento necessari per partecipare al concorso riservato. Che stava suscitando forti polemiche da parte delle associazioni di categoria. Anche perché nel frattempo non vedeva la luce neppure il disegno di legge sul reclutamento che avrebbe dovuto consentire ai docenti delle paritarie di mettersi in pista abilitandosi e di sperare di accedere poi al reclutamento nella scuola statale.
Poi il dossier direttori dei servizi amministrativi. Il timore era che i facenti funzione potessero scavalcare i vincitori del concorso ordinario: in verità, evidenziano i sindacati, sarebbero stati collocati in coda alla graduatoria del concorso ordinario, come risultava dall’intesa Miur-Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda firmata il 1° ottobre scorso. Ma per consentire al dl di vedere al luce, alla fine il Miur ha deciso di escludere coloro che sono privi del titolo di laurea: una soluzione che è stata fortemente avversata dalle sigle sindacali.
Tornando all’affaire paritarie, il servizio prestato dai precari è considerato valutabile sia ai fini delle graduatorie a esaurimento che delle graduatorie di istituto. E nella stesura del decreto varato alla vigilia della caduta del governo Conte 1 l’insegnamento nelle paritarie veniva comunque considerato valido anche ai fini del concorso straordinario.
Il decreto salvaprecari del Conte 1, peraltro, prevedeva tra l’altro anche i cosiddetti Pas. Vale a dire, dei percorsi abilitanti speciali finalizzati all’acquisizione dell’abilitazione. E nella relazione introduttiva del provvedimento si faceva espresso riferimento alla necessità di allargare il più possibile la platea degli aventi titolo a conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Da una parte per consentire ai diretti interessati di passare dalla III fascia alla II fascia delle graduatorie di istituto e, dall’altra parte, per consentire l’apertura di nuove scuole private paritarie. La legge 62/2000, infatti, prevede come requisito per il riconoscimento della parità che il personale docente risulti fornito del titolo di abilitazione.
Lo stop del governo Conte 2 all’accesso al concorso riservato per i precari non statali e il rinvio a un provvedimento legislativo ordinario dell’istituzione di percorsi abilitanti – ddl su cui tra l’altro finora non erano arrivate proposte dal ministero dell’istruzione – sono stati una doccia gelata per la categoria. Il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha dovuto mediare rispetto alle richieste dell’ala più intransigente del Movimento5stelle e si è arrivati al compromesso dell’accesso al concorso anche se solo ai fini abilitativi.
Ora l’imminente pubblicazione del dl, in un testo però diverso da quello approvato, secondo quanto risulta alla stampa, al consiglio dei ministri.
Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura del Senato, e responsabile scuola della Lega, promette battaglia con una relazione e una decina di emendamenti già pronti. Quando ovviamente il decreto sarà parlamentarizzato.

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