Atti e normativa

7 Maggio 2019

Educazione civica a tutti i prof

Un’ora la settimana, nessun titolare e zero compensi

di Marco Nobilio

L’insegnamento dell’educazione civica sarà impartito per un’ora alla settimana nella scuola primaria e secondaria di I e II grado. Lo prevede un progetto di legge approvato dalla camera dei deputati il 2 maggio scorso. Il testo deriva dall’unificazione di diverse proposte. È stato approvato in prima lettura dall’aula di Montecitorio su input della lega consenso quasi trasversale ai partiti. E adesso dovrà passare al vaglio del senato. Il nuovo insegnamento non andrà a costituire una classe di concorso ad hoc. L’intenzione del legislatore è quella di trattare la nuova disciplina come un insegnamento fungibile. Che sarà affidato in contitolarità a tutti i docenti della classe coordinati da un insegnante del consiglio di classe a cui sarà assegnato questo specifico incarico. Ma se tra i docenti della classe ve ne sarà uno in possesso dell’abilitazione in discipline giuridiche ed economiche, l’insegnamento dell’educazione civica sarà affidato a quest’ultimo in via esclusiva.

Lo svolgimento della lezione settimanale dovrà avvenire all’interno del monte ore obbligatorio dedicando a tale adempimento un’ora della quota del curriculo dell’autonomia. Il dispositivo vieta la possibilità di assegnare al docente o ai docenti a cui sarà assegnato l’insegnamento della nuova disciplina la possibilità di corrispondere emolumenti aggiuntivi. E questo particolare aspetto potrebbe esporre le nuove norme, se approvate, al rischio di azioni per illegittimità costituzionale.

L’assegnazione ai docenti di discipline diverse da quelle giuridiche ed economiche di questa nuova materia comporterebbe, infatti, una modifica qualitativa della prestazione. E ciò sembrerebbe collidere con l’articolo 36 della Costituzione, il quale prevede che «il lavoratore ha diritto a ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità della del suo lavoro».

Nel caso specifico non si avrebbe una modifica della quantità del lavoro in senso stretto, non essendo previsto un aumento dell’orario di insegnamento. Ma si verificherebbe una modifica sostanziale della qualità del lavoro tramite un arricchimento dei contenuti e un aggravamento degli oneri derivanti dalla necessità di preparare le lezioni.

Specie se si pensa che la nuova disciplina, oltre a presumere la padronanza del diritto costituzionale, prevede anche competenze approfondite in ambiti particolarmente delicati quali la legislazione sulla privacy collegata alle competenze digitali, l’ambiente, il diritto del lavoro, il diritto dell’Unione europea e, in generale, l’educazione alla legalità.

La proposta di legge vieta anche la possibilità di retribuire le attività correlate allo svolgimento dei compiti di coordinamento «salvo che la contrattazione d’istituto stabilisca diversamente con oneri a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa». Quanto ai contenuti della nuova disciplina di insegnamento, il progetto di legge prevede sette tracciati epistemici.

Il primo comprende la Costituzione, le istituzioni dello stato italiano, dell’unione europea e degli organismi internazionali e, in più, la storia della bandiera e dell’inno nazionale. Il secondo riguarda l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015: un testo normativo molto corposo che fissa un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.

Il terzo verte sull’educazione alla cittadinanza digitale. A questo ambito la proposta dedica l’intero articolo 5 del dispositivo. Che reca la descrizione dettagliata di una serie di abilità e competenze che vanno dalla capacità di analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali alla capacità di interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto. Per poi spaziare dall’informazione alle regole a cui attenersi nell’utilizzo delle teconologie informatiche e dei social network, fino a quelle per la creazione e gestione della propria identità digitale e della legislazione sulla privacy.

Il quarto asse epistemico verte invece sulla conoscenza del diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro. Il quinto è incentrato sull’educazione ambientale, lo sviluppo ecosostenibile e la tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari.

Il sesto sull’educazione alla legalità. Il settimo sull’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni. Fini qui gli assi in dettaglio. Nondimeno il testo normativo prevede anche che, nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica debbano essere promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva. E tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura.

Da Italia Oggi

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