30 Aprile 2019
Fondo scuole, il taglio è servito

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2 April 2019
L’ammissione del ministro nell’allegato al Def: inversione rispetto alla legge 107. Segno meno per orientamento, formazione prof e digitale
di Emanuela Micucci
Il definanziamento del Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole «ha comportato l’insorgenza di sofferenze finanziarie». L’ha scritto nero su bianco il ministro dell’istruzione Marco Bussetti nell’allegato al Def 2019 sugli obiettivi di spesa e il grado di raggiungimento dei risultati relativi alla legge di Bilancio 2018-2020. Indicando nella riduzione di questa voce di bilancio, che comprende anche le risorse previste dalla legge 440/1997, le criticità maggiori. «Il taglio delle risorse», infatti, «in sede di attuazione del Dpcm, ha comportato una riduzione della copertura finanziaria per le spese relative alle supplenze brevi e saltuarie». Essendo possibili variazioni compensative tra queste (art. 1, c. 696 L. 190/2014). Nel 2017 l’autorizzazione di spesa per il Fondo L. 440/97 ammontava a 56,57 milioni di euro, ridotti nel Bilancio 2018 di 20 milioni di euro. Mentre la riduzione dei finanziamenti per il funzionamento delle scuole è di 16 milioni di euro.
Un’inversione di tendenza rispetto alle annualità 2015-16 e 2017, il cui andamento di spesa impegnato è stato crescente, anche per effetto dei finanziamenti della Buona Scuola. In particolare le riduzioni ammontano per il 2018 a 35.895.240 euro, per il 2019 a 36 milioni e per il 2020 a 35.350.000. La contrazione dei finanziamenti ha colpito anche altre voci del bilancio del Miur. Così, nel 2018 meno scuole beneficiano dei percorsi di imprenditorialità digitale, le cui risorse sono state di ridotte di 1 milione di euro con effetti che, sottolinea il Def, «potranno essere stimati nel 2019, soprattutto nel settore della diffusione delle pratiche didattiche digitali». E «non si prevedono azioni correttive se non uno sforzo organizzativo mirato a massimizzare gli effetti degli interventi finanziati in termini di personale coinvolto negli stessi e di promozione delle azioni di rete fra istituzioni scolastiche». Il Miur farà cassa anche tagliando i fondi per i progetti educativi delle scuole: -866.656 euro per il 2020.
Con la parte rilevante che proviene dalle spese per le iniziative per l’orientamento, la prevenzione della dispersione scolastica e potenziamento della scolarizzazione (700 mila euro), finanziando e attivando progetti minori. Un controsenso visto che l’allegato allo stesso Def relativo al benessere sostenibile un indicatore è proprio l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, di cui denuncia il peggioramento nel biennio 2017-18 e il peso negativo sul Pil. Ma ad essere ridotte sono anche le spese per la scuola in ospedale (107.500 euro) e per l’educazione stradale (59.156 euro).
Definanziata, poi, la formazione di docenti e presidi, anche quella con progetti specifici: -338.210 euro per il 2018 sul capitolo relativo a «lingue 2000, storia e filosofia, progetto qualità, attività di orientamento, attività connesse gestione protocollo intesa e accordi di programma quadro»; -2.395.711 euro per il 2019 e -2.775.126 euro per il 2020. Dal 2021 il taglio sul capitolo formazione in servizio dei docenti ammonta a 705.217 euro. Risparmi che il Miur intende conseguire anche con l’utilizzo di piattaforme informatiche, come Sofia, e attraverso attività formative progettate dalle reti di scuole.
Per razionalizzare la spesa per la manutenzione di impianti e attrezzature e l’adeguamento della sicurezza nei luoghi di lavoro, invece, punta sull’utilizzo del mercato elettronico, in particolare attraverso le richieste d’offerta (rdo). In questo modo, ad esempio, si prevedono 5.197.000 euro di risparmi nelle spese per gestione e mantenimento del portale unico dei dati della scuola. Ma il Miur è netto nel precisare che tutte queste spese «non possono essere ulteriormente ridotte in quanto risulta necessario realizzare progetti, come la reingegnerizzazione del sistema informativo del ministero, non più procastinabili». Si tira la cinghia su noleggio e mezzi di trasporto: -3.3024.00 euro, ma dal 2020, grazie a forme alternative di mobilità.
Dal 2020 si ridurranno anche le spese per i viaggi del ministro e dei sottosegretari, ma per appena 8.652 euro. Cifra ben lontana ai 34.381 euro di tagli per le missioni interne per il 2019-20. Per riuscirci, il Miur conta su un apposito regolamento che disciplina modalità di partecipazione, autorizzazione, svolgimento e rendicontazione delle missioni di servizio.
Fonte: Italia Oggi

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