In campagna elettorale la politica scolastica è rimasta un po’ dietro alle quinte, consegnata a scarni documenti o a pronunciamenti estemporanei degli esponenti politici, tant’è che risulta difficile operare una sintesi organica di tutti i problemi e le proposte che la nostra scuola attende.
Guardando ai due possibili “compagni di viaggio”, emergono due impostazioni che potremmo considerare di fondo riguardo al modo di affrontare la mission del sistema scolastico. Il responsabile scuola della Lega, sen. Mario Pittoni, ha le idee chiare per quanto riguarda la valutazione degli studenti, prospettando il ritorno ad una maggiore severità. Non vogliamo escludere nessuno – ha dichiarato a Tuttoscuola (https://www.tuttoscuola.com/lega-buonismo-verso-gli-studenti-suo-tempo/) – ma i ragazzi non meritevoli vanno fermati. Serve una selezione che non escluda ma che faccia emergere il merito di chi è capace. No al sei politico, sì alle bocciature e alla selezione. “Ammettere – spiega Pittoni – alla classe successiva e all’esame finale ragazzi con lacune spaventose, purché complessivamente non si scenda sotto la sufficienza ignorando le criticità, rende il ‘pezzo di carta’ acquisito a conclusione del percorso formativo, ancora meno ‘affidabile’ di quanto già non fosse in precedenza”.
La bocciatura è praticamente l’unico strumento – continua nell’intervista – in mano agli insegnanti per gestire la classe. Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, prima che degenerino; ben vengano quindi strumenti normativi idonei a supportare chi fatica, a non lasciare solo chi resta indietro, senza rinunciare all’effetto deterrente della bocciatura.
Una musica completamente diversa viene suonata da chi pensa di formare cittadini consapevoli del proprio valore e delle proprie risorse, capaci di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità, che includano le minoranze, che promuovano la cultura della tolleranza, contrastando ogni forma di discriminazione.
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