Su 58 mila assunzioni, quasi 23 mila cattedre restano senza titolare: non ci sono candidati
DI ALESANDRA RICCIARDI
Potrebbero essere addirittura 23 mila le assunzioni a tempo indeterminato autorizzate dal ministero dell’economia e che andranno deserte. Su 58 mila immissioni in ruolo possibili per quest’anno, l’amministrazione scolastica si fermerebbe dunque a quota 35 mila.
Al ministero dell’istruzione aspettano a ufficializzare il dato sperando in qualche margine di miglioramento in questi giorni di invio dei dati a sistema. A bocce ferme, il piano di assunzioni nella scuola autorizzato dal governo giallo-verde, rischia però di diventare un boomerang. A maggior ragione se si considera che il buco maggiore si dovrebbe registrare in Lombardia e Veneto, in generale al Nord Italia. Un dato per tutti: su 1.500 assunzioni per matematica alle medie in Lombardia, le assunzioni fatte sarebbero poco meno della metà. L’assenza più consistente di candidati per il sostegno, dove pure aumenta il fabbisogno, e sulle materie scientifiche.
Dati più precisi sono attesi per giovedì, quando si terrà a Viale Trastevere un vertice tecnico tra rappresentati ministeriali e sindacali. Il problema è la mancanza di candidati: esaurite in alcune realtà sia i docenti inseriti nelle Gae, le graduatorie a esaurimento, che quelli del concorso, si attendevano risultati dei concorsi riservati ai soli abilitati.
Che nella maggior parte dei casi però non si sono conclusi per tempo. Se dovesse continuare di questo passo, entro fine dicembre in cattedra saliranno i docenti non abilitati delle terze fasce delle graduatorie di istituto. C’è qualcosa che non va. Illuminante l’avviso dell’ufficio scolastico del Veneto: «Quest’Ufficio, in data 7/9/2018, ha concluso le operazioni afferenti il conferimento di incarichi a tempo determinato per scorrimento delle Graduatorie a esaurimento, classe di concorso A009. Alla data odierna, ai uni delle supplenze per l’a.s. 2018/2019, risultano, pertanto, esaurite le Graduatorie a esaurimento per le classi di concorso I e II grado, sia per posti comuni che per posti di sostegno».
Il ministro dell’istruzione, Marco Bussetti, al riavvio dell’anno scolastico ha annunciato di voler riformare il reclutamento mantenendo però fede anche alla promessa di svuotare comunque le GAE ancora esistenti: nessuna riapertura invece a nuovi ingressi come invece voleva un emendamento approvato per errore al senato al decreto milleproroghe. Il che significa però rimettere comunque mano subito al percorso della Buona scuola, troppo lungo rispetto al fabbisogno che c’è nelle scuole di nuovi docenti. Bussetti ha promesso infatti procedure «più veloci, chiare e semplici…
Devono permettere alla scuola italiana di avere insegnanti giovani. Lo si fa magari anche attraverso dei percorsi paralleli con certificazioni e abilitazioni che i nostri studenti posso ottenere nel loro percorso universitario». Si delinea insomma un percorso nuovo rispetto a quello triennale della Buona scuola. Interpellato sull’innovazione a scuola, Bussetti ha chiarito anche che va cercata «nella didattica, nella metodologia non solo nell’acquisto di strumenti ma nel saperli poi usare al fine di innovare una didattica». E che a questo scopo «occorre lavorare molto sulla formazione dei docenti perché poi sappiano trasformare questi strumenti ai fini di una didattica innovativa», ha concluso il titolare del Miur.
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