29 Dicembre 2019
La scuola paritaria cerca il rilancio
Lo scorso 8 novembre si è svolta a Milano, presso il liceo classico ‘Carducci’ di Milano, l’attesa tavola rotonda promossa dalla UIL scuola della Lombardia sul tema “Scuole pubbliche statali, scuole pubbliche paritarie, scuole del mercato. Tesi a confronto”.
Per la Uil, come ha subito sottolineato Pino Turi, segretario di un sindacato con forte tradizione laica e salveminiana, “la scuola è una funzione dello Stato e non può essere delegata al privato se non per consentire una sua convivenza alle condizioni della Costituzione che 70 anni fa già disponeva misure per garantire l’istruzione di tutti, al riparo dalle diatribe laici-cattolici”.
Tra gli ospiti, insieme a Valeria Fedeli, Valentina Aprea, Camilla Sgambato, Francesco Schianchi e Paolo Ramazzotti, c’era anche suor Anna Monia Alfieri, la più combattiva e tenace sostenitrice della completa parità tra tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie, recatasi in partibus infidelium per sostenere anche in quella sede la sua proposta di utilizzare a tal fine lo strumento del “costo standard di sostenibilità”.
Se ha ottenuto qualche apertura, o almeno attenzione, dagli altri interlocutori (soprattutto da Aprea ma anche da Sgambato, attuale responsabile scuola del PD, favorevole a riattivare la commissione di studio sul costo standard costituita dall’ex ministro Fedeli) la Alfieri è stata bistrattata da Pino Turi, che ha sostenuto che “la tesi di suor Anna Monia Alfieri non è particolarmente innovativa, né originale e tantomeno moderna perché cambia solo il nome e la rende più scientifica: costo standard di sostenibilità. Ma Calamandrei le definì sussidio alla famiglia, più di recente Berlusconi e Valentina Aprea l’hanno chiamato buono scuola. Si tratta di finanziamento pubblico alle scuole private, mentre la Costituzione dice chiaramente ‘senza oneri per lo Stato’”. In materia scolastica lo Stato italiano “non è uno Stato regolatore, quindi, ma uno Stato gestore diretto”.
Turi ha tuttavia dato atto alla Alfieri di aver sostenuto la sua tesi con chiarezza e anche con un certo coraggio, essendo nota la posizione della Uil scuola, organizzatrice del convegno, di totale contrarietà all’introduzione del costo standard.
Suor Alfieri ha sottolineato che ogni alunno della scuola pubblica statale “costa al contribuente 10.000 euro all’anno, con scuole che cadono a pezzi, docenti sottopagati e alunni dispersi o culturalmente azzerati… Tutto ciò, nonostante la sussidiarietà al contrario degli alunni delle paritarie” che consentono ogni anno allo Stato minori uscite per più di 6 miliardi di euro (senza le paritarie lo Stato dovrebbe approntare il servizio per 850 mila alunni in più).
L’individuazione del costo standard di sostenibilità per allievo comporterebbe – secondo la Alfieri – “una buona e necessaria concorrenza fra le scuole sotto lo sguardo garante dello Stato” e “la naturale fine dei diplomifici”.
Certamente la proposta della Alfieri sarà tenuta in maggiore considerazione in occasione del Seminario di Studio “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa”, che si terrà a Roma giovedì 14 Novembre 2019, nella Sala Convegni USMI-CISM presso la sede di Via Zanardelli, 32 (ore 15,30-18) con l’intervento della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, e della direzione CISM e USMI. Ma lì giocherà in casa…

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