Ci sono altre informazioni che famiglie e studenti, alle prese da
domani con le iscrizioni: sono quelle legate agli sbocchi occupazionali
dei percorsi offerti dallanostra istruzionesuperiore.
Le fonti a disposizione sono diverse: Almadiploma, Eduscopio della fondazione Agnelli, Scuola in chiaro del Miur. Recentemente, anche l’Istat ha acceso un faro sul tema, confermando (in una pubblicazione del 2016) una maggiore propensione “all’impiego” dei diplomati degli istituti tecnici e professionali; meno dei liceali. A un anno dal titolo, evidenzia l’ultimo rapporto di Almadiploma, ha un contratto in mano il 42% dei ragazzi che esce dai professionali, soprattutto nell’industria metalmeccanica. Lo stesso fenomeno interessa il 31% dei periti (un ulteriore 13% circa studia e lavoro contemporaneamente): anche qui lo sbocco principale è nell’industria (quasi il 30%), in particolare metalmeccanica. Il rapporto è in diversi casi stabile, o in apprendistato; la retribuzione, sempre a 12 mesi dal titolo, oscilla tra gli 800 e i mille euro (a una maggiore specializzazione però corrispondono retribuzioni più elevate).
La cifra degli istituti tecnici «è l’apprendimento in concreto – evidenza Maurizio Chiappa, preside del Marconi di Dalmine (Bg) -. È un percorso di istruzione in cui accanto a una solida preparazione linguistica, matematica e scientifica, gli studenti sviluppano competenze pratiche creando oggetti e dispositivi utilizzando in modo critico le tecnologie, specie quelle digitali».
Dal 2014 famiglie e ragazzi possono passare dal generale al particolare e addentrarsi nei tassi di occupazione offerti dalle singole scuole. Grazie al portale Eduscopio della Fondazione Agnelli che ha di recente esteso all’intero territorio nazionale le sue rilevazioni. Utilizzandolo, ad esempio, posso scoprire che se abito a Milano e sono disposto a iscrivere mio figlio in un raggio di 10 chilometri il tecnico-economico “Falcone-Righi di Corsico” vede occupato il 68% dei suoi diplomati a un anno.
Diversi, per forza di cose, sono i numeri che interessano i liceali: a un anno dal titolo, infatti, il 70% si iscrive all’università e solo il 5% risulta occupato; i contratti sono spesso precari e il settore economico di impiego prevalente è quello dei servizi (in particolare, commercio, servizi sociali e personali, servizi ricreativi e culturali). Vista la propensione molto più alta a proseguire gli studi in questo caso Eduscopio può aiutare a capire quale istituto prepara meglio i ragazzi all’avventura da matricole. Valga un caso per tutti: a Roma l’indice più alto di voti e crediti per gli iscritti a un corso di laurea scientifico lo si registra al Virgilio.
Altro tema degno di nota in questa sede è infine la coerenza tra studi fatti e lavoro svolto: ebbene il 41% degli occupati (diplomati) si dice insoddisfatto della preparazione scolastica e dichiara di non sfruttare le conoscenze apprese sui banchi. Mentre uno su tre ritiene di aver sbagliato indirizzo. Quando si dice il “disorientamento”.
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