19 Marzo 2019
Meno studenti, stessi docenti
Il ministero conferma gli organici 2018. Rischi di soprannumerarietà alle superiori . Bilanciamento pure per gli Ata: sono sottodimensionati
di Carlo Forte
Dal 1° settembre prossimo nelle aule scolastiche vi saranno 69.256 alunni in meno rispetto all’anno in corso. È quanto risulta dalla bozza di circolare sugli organici, sulla quale il ministero dell’istruzione ha fornito la prescritta informazione ai sindacati la scorsa settimana. La riduzione del numero degli alunni non comporterà una corrispondente riduzione del numero dei docenti. Perché saranno istituti 2 mila posti in più per l’ampliamento del tempo pieno nella scuola primaria e 400 posti di strumento per i Licei musicali per effetto delle disposizioni contenute nella legge di bilancio. E saranno istituti anche 1.169 posti in più di insegnante tecnico pratico per effetto del riordino dei percorsi degli istituti professionali. Saranno confermati anche i 48.812 posti di potenziamento già in essere nel corrente anno scolastico. La diminuzione del numero degli alunni avrà comunque effetti nelle scuole secondarie per effetto di contrazioni del numero delle classi determinando l’insorgenza di situazioni di soprannumerarietà. Che, però, dovrebbero essere riassorbite grazie alle disponibilità che insorgeranno per effetto dei pensionamenti.
A guidare la classifica dei decrementi del numero degli alunni è la Campania, che ne perderà 15.535. Seguono la Sicilia: -11.442 e la Puglia: -11.202. Distanziati di diverse lunghezze, la Calabria: -5.418, il Veneto: -5.138 e il Piemonte: -3.474. Seguono la Sardegna: -3.231; la Lombardia: -2.556; le Marche: -2.423. Al di sotto delle 2 mila unità di decremento l’Abruzzo: -2.423; la Basilicata: -1.742; il Friuli Venezia Giulia: -1.611; la Toscana: -1.611 e il Lazio: -1.219. Sempre con il segno meno, ma al disotto delle mille unità di perdita, la Liguria: -880; l’Umbria: -772 e il Molise: -735. Il segno + compare solo nell’Emilia Romagna, che guadagna 1.484, probabilmente per l’efficienza del proprio sistema di servizi alla prima infanzia.
Per quanto riguarda il tempo pieno, l’art. 1, commi 728 e 729, della legge 145/2018 ha disposto una dotazione organica aggiuntiva pari a 2000 posti comuni, per incrementare il tempo pieno nella scuola primaria prioritariamente per le classi prime ed in subordine per classi successive alle prime. La distribuzione dei posti in più sarà così determinata: sud e isole: 941; centro: 330; nord: 729. La maggiore concentrazione al sud e nelle isole è stata prevista perché in queste zone il tempo pieno è meno presente che altrove. Ma l’attivazione delle classi aggiuntive di tempo pieno sarà autorizzata solo nel caso in cui le istituzioni scolastiche richiedenti dispongano di adeguate strutture e siano in grado di provvedere al servizio di mensa scolastica.
In caso contrario, le ulteriori disponibilità saranno assegnate anche in altre zone del paese. Restano comunque confermati l’orario di 40 ore settimanali per classe, comprensive del tempo dedicato alla mensa, l’assegnazione di due docenti per classe e l’obbligo dei rientri pomeridiani. L’ulteriore attivazione del tempo pieno, ricorrendo a risorse eccedenti quelle individuate in base alla legge 145/2018, sarà effettuata sempre nei limiti della dotazione organica complessiva autorizzata nell’ambito dell’organico dell’autonomia.
Licei musicali: la legge 145 prevede anche un incremento di 400 posti per garantire il ripristino della seconda ora di primo strumento musicale. La distribuzione delle ore in più avverrà in modo direttamente proporzionale al numero degli alunni delle prime e delle seconde classi di questi istituti che sono, rispettivamente: 3.667 e 3.646. Non si tratta, dunque, di 400 cattedre in più, ma di un incremento pari a 7.200 ore da distribuire secondo le necessità.
Il riordino degli istituti professionali comporterà l’assegnazione di 1.169 posti di insegnante tecnico pratico.
Calano invece gli Ata: la riduzione del numero degli alunni comporterà una corrispondente decurtazione dell’organico dei collaboratori scolastici nell’ordine di 1.224 posti in meno e degli assistenti amministrativi, che dovrebbe comportare un taglio di 437 posti. Il taglio sarà compensato dall’applicazione delle disposizioni contenute nell’articolo 3, comma 2 del decreto legislativo 66/2017, il quale prevede che la definizione dell’organico del personale amministrativo, tecnico e ausiliario dovrà tenere conto tra i criteri per il riparto delle risorse professionali, della presenza di bambine e bambini, alunne e alunni, studentesse e studenti con disabilità certificata iscritti presso ciascuna istituzione scolastica statale, fermo restando il limite alla dotazione organica.
Per effetto di questa norma il ministero dell’istruzione intende confermare l’organico attualmente in essere senza, però, prevedere incrementi di posti.
In buona sostanza, dunque, anziché aumentare il numero dei posti, l’amministrazione intende compensare i decrementi di organico istituendo i posti in più in numero pari a quelli che saranno decurtati, determinando un’invarianza del totale dei posti dell’organico del prossimo anno rispetto a quello attuale.
da Italia Oggi

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