9 Gennaio 2019
Nuove regole sulle pensioni, quali ricadute per la scuola
Evitare discriminazioni a danno di docenti e personale ATA
Mentre si attende di conoscere in dettaglio quali saranno le nuove modalità di accesso alla pensione per i beneficiari della cosiddetta “quota 100”, è già possibile individuare alcune questioni che certamente si porranno con urgenza. Le elenca Maddalena Gissi, segretaria generale della CISL Scuola: “La prima questione è che il personale della scuola, per le particolari condizioni che ne regolano la cessazione dal servizio, ha dovuto presentare le domande di collocamento in pensione già entro il 12 dicembre scorso. Domande che sono state fatte avendo a riferimento i requisiti in quel momento necessari: se questi cambiano, non può essere che il personale scolastico debba attendere un anno in più per potersi avvalere delle nuove opportunità. Va dunque prevista una riapertura dei termini, pena il verificarsi un’intollerabile discriminazione”.
Il numero dei pensionamenti attesi il prossimo settembre si era rivelato molto più basso del previsto, ma la situazione potrebbe cambiare notevolmente, se i nuovi requisiti faranno lievitare le possibilità di uscita. “Anche su questo occorre giocare d’anticipo – prosegue Maddalena Gissi – senza rimanere in attesa di eventi che potrebbero essere anche di portata considerevole. Occorre prendere le misure opportune perché in caso di un esodo consistente di docenti e personale ATA va garantita la piena copertura dei vuoti in organico che potrebbero determinarsi. Mettendo mano, se necessario, a procedure di reclutamento su cui gli interventi legislativi fin qui prodotti si sono rivelati non risolutivi. La CISL Scuola ha fatto proposte precise, che puntano fra l’altro a dare stabilità al troppo lavoro precario di cui la nostra scuola si avvale, essendo falliti tutti i tentativi più o meno velleitari, con governi e maggioranze di segno diverso, di azzerare il precariato agendo unicamente sul versante dei concorsi per esami. Anche il nuovo Governo sta proseguendo nella stessa direzione, sarebbe il momento di cambiare decisamente rotta”.
Ma non c’è solo il problema di quota 100. Il decreto legge di prossima emanazione abbassa di 5 mesi i requisiti contributivi per l’accesso alla pensione anticipata, condizioni diverse da quelle cui si è dovuto attenere chi ha fatto domanda a dicembre, compresi gli insegnanti della scuola dell’infanzia il cui lavoro è riconosciuto come usurante. “Anche in questo caso – conclude la segretaria generale della CISL Scuola – credo sia doveroso evitare discriminazioni a danno del personale scolastico: si dia l’opportunità di fare domanda a tutti coloro che possiedono i nuovi requisiti per il pensionamento“.
Fonte dell’articolo: Cisl Scuola

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