12 Giugno 2019
Salva-precari accordo: in 55 mila più vicini alla cattedra

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12 June 2019
Al Miur si chiude in serata la sanatoria per i supplenti di Terza fascia con tre anni di insegnamento
Il loquace ministro Salvini anticipa il suo ministro dell’Istruzione, che sta rientrando con il fiatone in Viale Trastevere, e nel tardo pomeriggio annuncia: “Marco Bussetti sta andando al ministero a firmare un decreto in base al quale cinquantamila precari finalmente avranno lavoro e futuro stabile”. È l’accordo dei 55 mila supplenti di Terza fascia delle scuole medie e delle superiori, anticipato da “Repubblica” lo scorso 16 maggio e firmato oggi alle 21,30 dal ministro e dai segretari del settore scuola dei sindacati confederali (più Snals e Gilda).
L’accordo prevede che i supplenti oggi impegnati per le supplenze nelle classi italiane e che abbiano insegnato per almeno tre anni negli ultimi otto (sia in istituto pubblico che paritario) possano prendere l’abilitazione e avvicinarsi al ruolo. Accadrà attraverso due strade, e qui si trova la novità di queste ore. Da una parte i precari avranno accesso a un Percorso abilitante (fino al 2014 si sono chiamate Siss, poi Pas) che nell’arco di una stagione – attraverso le università italiane e una media di 3.000 euro paganti da ogni tirocinante – porterà all’inserimento nelle decisive graduatorie di Seconda fascia e all’assunzione del docente non appena si libererà un posto. Fin da subito, comunque, i neoabilitati potranno insegnare in un istituto paritario. Nel nuovo percorso si entrerà per ordine di titoli, senza altre prove richieste in ingresso: una graduatoria metterà in classifica i candidati secondo studi e soprattutto anzianità: i “Terza fascia” (quella che oggi ospita i laureati appunto non ancora abilitati) dovranno affrontare una prova solo alla fine del percorso. Sarà una tesina scritta al computer da illustrare, successivamente, in un colloquio.
Conosciuta la disponibilità delle singole università, il Miur attiverà i cicli di “Pas”. È possibile saranno tre: serviranno altrettanti anni per portare tutti i neoabilitati permanentemente a scuola. A questi nuovi percorsi potranno accedere anche i docenti di ruolo e i dottori di ricerca.

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