28 Febbraio 2019
Consiglio di Stato: diplomati magistrali fuori da graduatorie ad esaurimento
Due sentenze gemelle che ribadiscono quanto già stabilito nel 2017. Il ministro Bussetti: “Fatta ulteriore chiarezza su una vicenda molto delicata, a conferma della lungimiranza del governo”
I diplomati magistrali restano fuori dalle graduatorie ad esaurimento (Gae). Lo ha deciso l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato con due sentenze gemelle, la n.4 e n.5 del 2019, nelle quali vengono ribaditi i principi già enunciati nel 2017: “Il solo diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 non costituisce titolo sufficiente per l’inserimento nelle Gae del personale docente ed educativo”.
I pronunciamenti si sono resi necessari a seguito di un’ordinanza della Sesta Sezione, la quale, non convinta dell’orientamento assunto dall’Adunanza Plenaria nel 2017 in ordine all’impossibilità di inserimento dei diplomati magistrali (ove il diploma sia conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002) nelle Gae, ha sollecitato una rimeditazione della questione, anche alla luce delle norme emanate successivamente con il decreto legge 87 del 2018. Norma, quest’ultima – si legge nelle sentenze – che “non ha affatto riconosciuto valore abilitante ex se al diploma magistrale, ma ha anzi ribadito la necessità di superare un concorso per accedere ai posti di insegnamento”. Quanto alle sentenze passate in giudicato prima dell’Adunanza Plenaria del 2017, favorevoli all’inserimento dei diplomati magistrali nelle Gae, il Consiglio di Stato ha chiarito che i relativi effetti rimangono circoscritti alle sole parti di quei giudizi.
Ora gli interessati dovranno concentrarsi sul concorso straordinario (e poi quello ordinario), come unica via d’accesso al ruolo, in attesa del probabile prosieguo del ricorso presso la Cassazione e passare dal Consiglio d’Europa. Va ricordato che la sentenza avrà effetto su migliaia di diplomati magistrali, ma non sull’intera platea. Non sono inclusi i docenti con sentenze passato in giudicato. Inoltre, non sono interessati neanche i soggetti le cui sentenze del Tar abbiano superato i sei mesi di tempo per l’impugnazione.
“La decisione del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali conferma la bontà e la lungimiranza delle decisioni prese dal Governo e dalla maggioranza con il decreto legge Dignità a tutela di questi lavoratori”, commenta il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il quale ricorda che “grazie alle norme varate questa estate, infatti, il personale è stato messo nelle condizioni di partecipare a un concorso semplificato che consentirà agli interessati di accedere all’immissione in ruolo. I magistrati amministrativi hanno fatto ulteriormente chiarezza su una vicenda molto delicata e complessa, su cui il Governo, insieme ai gruppi parlamentari di Lega e Movimento 5 Stelle, si è mosso nei modi e nei tempi giusti per salvaguardare la continuità didattica e il destino di migliaia di docenti”.

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